15.01.2011 Alessandro Di Maio

UE, Schengen si allarga verso est

Dalla mezzanotte fra il 21 e il 22 Dicembre l’Europa della libera circolazione si è allargata con l’ingresso nell’area Schengen di nove dei dieci paesi dell’Europa centro-orientale che nel 2004 hanno aderito all’Unione Europea.

Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Malta si aggiungono così ai tredici membri UE da anni firmatari della Convenzione di Schengen (Francia, Germania, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria, Italia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Danimarca, Svezia, Grecia,) ed a Norvegia e Islanda - che, pur non facendo parte dell’UE, sono sottoscrittori dell’accordo - portando da quindici a ventiquattro i paesi aderenti alla Convenzione.

Il recente allargamento ad est è risultato essere il più consistente realizzato dal 1985 – anno in cui cinque paesi dell’Europa nord-occidentale si riunirono nel piccolo paesino lussemburghese di Schengen per firmare i primi accordi sulla cessazione dei controlli alle frontiere e sulla libera circolazione dei cittadini.

Con esso le nuove frontiere dell’Unione Europea toccano Croazia, Serbia, Romania, Ucraina, Bielorussia e Russia, portando a 3,6 milioni i Km2 di superficie Schengen dove 400 milioni di cittadini UE potranno viaggiare senza ostacoli lungo i quattromila chilometri che separano Tallin da Lisbona.

Con l’abolizione dei controlli alle frontiere interne tra gli stati firmatari, cade la divisione in blocchi tipica della storia contemporanea europea e viene creata una frontiera esterna unica, lungo la quale i controlli d’ingresso all’area Schengen verranno effettuati mediante procedure uniformi basate su di una comune politica in materia di visti d’ingresso.

Per adesso l’abolizione delle frontiere riguarda solo i confini terrestri e marittimi, ma dal 30 Marzo 2008 essa riguarderà anche quelli aeroportuali, tecnicamente più difficili da adeguare. L’iniziativa di procedere comunque all’allargamento terrestre pur senza l’abolizione dei controlli nelle strutture aeroportuali, è dovuta ai portoghesi che tenevano a celebrare l’evento sotto la loro presidenza europea.

Tuttavia, gli stati a rimanere fuori da Schengen sono ancora molti: se Romania e Bulgaria sono privi dei requisiti necessari per far parte dello spazio unico europeo, Cipro e Gran Bretagna hanno rispettivamente chiesto una deroga di un anno e fatto intendere il proprio disinteressamento all’iniziativa. L’Irlanda che ha già un accordo di libera circolazione con la Gran Bretagna dovrà adeguarsi alla volontà di Londra.

Particolare è la situazione per Svizzera e Liechtenstein, due membri non UE che contano di aderire all’area comune entro l’11 Novembre 2008, ma che, probabilmente, vedranno slittare in avanti la loro adesione per la mancata ratifica dell’accordo con Berna da parte di Grecia, Repubblica Ceca e Belgio.

Il controllo delle frontiere esterne dell’UE, arrivate a novemila chilometri, non sarà facile nonostante i cospicui finanziamenti dei singoli Stati, tra cui anche quelli non UE firmatari della Convenzione.

L’apertura delle frontiere interne ha sollevato dubbi verso buona parte dei cittadini della vecchia Europa, timorosi di una incontrollata migrazione di rom all’interno dell’UE e di un peggioramento generale del quadro della sicurezza, ma la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica europea, soprattutto quella centro-orientale, accoglie con felicità l’ulteriore passo avanti verso il sogno realizzabile di un Unione libera da barriere.

Articolo pubblicato su LaSpecula Magazine il 23 Dicembre 2007