02.07.2012 Alessandro Di Maio

Israele, giro di vite sugli immigrati clandestini

Fino a tre anni di carcere per chi attraversa illegalmente il confine tra Egitto e Israele, quindici anni per chi offre riparo a un migrante clandestino. Sono questi i contenuti della legge approvata la settimana scorsa dalla Knesset, il parlamento israeliano.

La nuova normativa, in vigore da domenica, modifica quella del 1954 sull'immigrazione clandestina, e riduce le possibilità di richiesta d'asilo per i migrati africani intenti a fuggire dalle guerre che dilaniano i paesi dell'Africa centro-orientale.

Prima che la legge entrasse in vigore, gli immigrati clandestini erano accolti nel centro di detenzione temporanea di Saharonim - tra il Deserto del Negev e il Sinai - e sottoposti a controllo medico e giuridico per un eventuale riconoscimento dello status di rifugiato o protezione temporanea.

Con la nuova legge la situazione è destinata a cambiare radicalmente. Essa è stata presentata come una delle misure necessarie per contrastare l'ondata di violenza e razzismo nei confronti dei 60.000 immigrati africani temporaneamente residenti in Israele, ma le organizzazioni umanitarie israeliane e internazionali ritengono che la legge sia totalmente in contrasto con la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 riguardante lo status dei rifugiati.

La nuova normativa riguarda anche i lavoratori stranieri regolari, cui vengono aperte le porte del carcere per una vasta tipologia di reati - dal graffito sul muro alla bicicletta rubata. Secondo le ONG che operano a fianco dei migranti, la legge ha il solo pregio di rappresentare la bassezza dell'attuale politica israeliana. Hotline for Migrant Workers, un'organizzazione israeliana nota per la difesa dei diritti dei lavoratori stranieri, la definisce "nata nel peccato" di dover sconfiggere il razzismo e la violenza con misure coercitive assai discriminatorie.

Alla nuova legge va associato anche l'ordine di espulsione recentemente annunciato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per 25.000 africani illegalmente residenti in Israele e provenienti da Sud Sudan, Costa d'Avorio, Ghana ed Etiopia.

Articolo di Alessandro Di Maio pubblicato su Mediterraneo/Globalist il 6 Giugno 2012.