20.11.2012 Alessandro Di Maio

Hamas promette attentati terroristici in “caffè, autobus e stazioni”

Articolo pubblicato da Huffington Post Italia il 18 Novembre 2012.

“Ci sono mancati gli attentati suicidi. Aspettateci in caffè, autobus e stazioni. Non dormite, potremmo raggiungervi”. Questo è il contenuto dell’ultimo video messaggio delle Brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas.

Il video, in lingua araba ed ebraica, è stato mandato in onda la notte scorsa dall’emittente televisiva al-Quds, prima dell’ultima conferenza stampa delle autorità militari di Hamas. Esso contiene numerosi errori grammaticali e di pronuncia, soprattutto in ebraico, ma non per questo ha sortito un effetto più rassicurante tra gli israeliani.

La minaccia di nuovi attentati suicidi è stata diffusa mentre dal Cairo il presidente egiziano Mohammed Morsi tentava i miliziani di Hamas a moderare il numero dei missili lanciati contro Israele nella speranza di un cessate il fuoco, a cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si era detto interessato solo a patto di uno stop immediato e definitivo del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza.

Non è la prima volta che le milizie islamiste promettono attentati suicidi. Dalla fine della Seconda Intifada, nota alle cronache proprio per i numerosi attentati suicidi, il gruppo terroristico palestinese ha più volte affermato di voler prendere la pratica del martirio suicida.

Dall’inizio di questo scontro militare iniziato il 14 Novembre scorso, minacce di attentati suicidi sono state pubblicate quasi quotidianamente dall’account Twitter delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas nella Striscia di Gaza.

Benché il suicidio sia assolutamente proibito nella religione islamica, quello compiuto contro il nemico in una situazione considerata di difesa per la propria vita è contemplato negli statuti delle più importanti organizzazioni terroristiche islamiche come Hamas.

Oggi la violenza è continuata su entrambi i fronti. Le milizie palestinesi hanno lanciato decine di razzi contro le città del sud di Israele, in particolare contro Be’er Sheva e Ashdod causando alcuni feriti e danni alle abitazioni.

Missili Fajr-5 a lunga gittata e di produzione iraniana sono stati lanciati anche contro il centro del paese, alle città di Rishon Letzion e Tel Aviv, ma sono stati in maggioranza intercettati dal sistema anti-missile Iron Dome collocato ieri pomeriggio a difesa del distretto centrale del paese. Solo un razzo ha colpito l’auto di un signore che, percorrendo l’autostrada, ha avuto l’accortezza di fermarsi e lasciare l’auto per rifugiarsi in un bunker pubblico.

La risposta israeliana non si è fatta attendere. Settanta air-strikes hanno colpito numerosi obiettivi militari nella Striscia e causando, secondo l’agenzia palestinese di notizie, la morte di otto persone.

Al momento, mentre il presidente USA Barack Obama dichiara di appoggiare il diritto di Israele all’autodifesa, un intervento di terra dell’esercito israeliano pare sempre più probabile. Da quando l’escalation è iniziata, lo scorso 14 Novembre, il bilancio delle vittime è di tre israeliani e quarantotto palestinesi uccisi, per un totale di novecento razzi lanciati da Gaza contro Israele e mille air-strikes israeliani contro la Striscia.

Articolo di Alessandro Di Maio pubblicato da Huffington Post Italia il 18 Novembre 2012.