Franco, il Picasso di Harlem
Per alcuni Harlem è una zona poco raccomandabile simile al Bronx, ma per i visitatori più facoltosi è uno dei luoghi più autentici di New York. E’ la casa di artisti e attivisti, di religiosi e sognatori. Harlem è la casa di Franco the Great, il più famoso artista di strada della Grande Mela.
Tra le strade ribattezzate in omaggio ai grandi personaggi afroamericani, ogni domenica mattina Franco the Great piazza la sua bancarella di fronte al teatro Apollo, famoso tempio del jazz americano. Più che un artista Franco sembra un vecchio pilota di Formula 1. Indossa una tuta sportiva abbellita da bandiere e slogan ed è sempre accompagnato da sua moglie, una giovane donna giapponese dai tratti delicati.
Limitato dagli acciacchi dell’età, Franco si muove lentamente tra i saluti della gente passare per strada. La gente gli si avvicina, lo saluta, gli stringe la mano, lo abbraccia. E’ così che ogni settimana Harlem accoglie il più famoso artista di strada di New York.
Da anni affresca le saracinesche dei negozi sulle strade più importanti e significative di Harlem. Sono affreschi ispirati alla sofferenza degli afro-americani, alla loro voglia di riscatto, alla loro battaglia per i diritti. Franco the Great dice di farlo per loro, per i milioni di afro-americani che popolano gli Stati Uniti.
“La società in cui viviamo ci spinge verso un egoismo che inevitabilmente porta ad una piena frustrazione e alienazione - afferma Franco con gli occhi umidi. Abbiamo bisogno di intellettuali, di leader, di politici certo, ma anche di artisti, slogan, immagini”.
“Dipingo quadri per vivere, per avere un minimo di sostentamento, ma le saracinesche sono un’altra cosa - afferma prendendo un sigaro tra le dita. Quando i negozi chiudono le saracinesche si abbassano. Allora gli affreschi divenatono libri, messaggi per quella parte della mia gente costretta a vivere senza un tetto e a vagare per le strade in cerca di un tozzo di pane e di un angolino dove scaldarsi”.
Panamense di origine, Franco ha iniziato a lavorare nella piccola repubblica centroamericana, affrescando le superfici murarie di uffici, alberghi, club, ristoranti, chiese e scuole. Trasferitosi a New York City nel 1958 continuò a svolgere la stessa attività, incrementandola con presenze televisive, ritratti di grandi personaggi come Nat King Cole, Steve Allen e Mohammed Ali e collaborazioni con alcune gallerie d’arte della Grande Mela.
Nel 1978 inizia ad affrescare le saracinesche della 125ma strada, nel 1984 si reca in Senegal per insegnare alla Scuola delle Belle Arti della capitale e nel 1985 riceve l’invito ufficiale del governo francese di affrescare i muri di quattro città.
Gli affreschi di Harlem sono stati immortalati in numerosi film e documentari, aumentando l’unicità del quartiere e il suo mito, ma Franco the Great non si è montato la testa. Lo hanno soprannominato il Picasso di Harlem e dopo aver lavorato in tutto il mondo, Franco the Great ha deciso di rimanere a New York, nella sua Harlem, a vendere quadretti ai turisti e affrescare saracinesche della 125ma strada per cercare di risvegliare la forza e l’orgoglio della sua gente.
Articolo pubblicato su LaSpecula Magazine il 27 Luglio 2007