Da Gaza missili iraniani su Tel Aviv. Ancora attacchi su Gaza
La guerra arriva a Tel Aviv. Per la prima volta nella storia, i razzi palestinesi lanciati dalla Striscia di Gaza colpiscono il centro pulsante di Israele, il luogo più popolato dello Stato ebraico.
Non si conoscono ancora i dettagli geografici delle esplosioni - tenuti nascosti dall’esercito israeliano e dalla stampa locale per evitare di facilitare i miliziani delle Brigate di al-Qassam e della Jihad Islamica nel lancio di ulteriori razzi contro il centro del Paese - me è possibile che i razzi abbiano colpito Holon, nella periferia di Tel Aviv, e l’area marittima dirimpetto Giaffa.
Due ore prima un altro missile aveva raggiunto Rishon Letzion, città molto popolata situata a circa quindici chilometri da Tel Aviv. La Jihad Islamica e le Brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas, hanno rivendicato il lancio dei missili, considerato un successo straordinario con un impatto psicologico molto pesante sugli israeliani.
Se sino ad ora l’escalation aveva mantenuto un profilo medio-basso, con air-strike israeliani su obiettivi militari e politici a Gaza, e il lancio di razzi sulle città del sud di Israele da parte dai miliziani palestinesi della Striscia, da questo punto in avanti le cose potrebbero cambiare.
È la prima volta che dei missili lanciati dalla Striscia di Gaza raggiungano il cuore dello Stato Ebraico. Prima di adesso, a colpire la città dei missili c’era riuscito solo Saddam Hussein durante la Prima Guerra del Golfo.
L’attacco al centro di Israele potrebbe dare una svolta radicale allo scontro iniziato la settimana scorsa. Se l’operazione Colonna di Difesa stava per esaurirsi dopo circa 250 obiettivi colpiti a Gaza tramite air-strikes, essa potrebbe adesso allargarsi a un intervento via terra in precedenza non realmente considerato dal governo israeliano.
Intervento via terra o meno, i riservisti dell’esercito israeliano richiamati in servizio fanno pensare almeno a una intensificazione degli attacchi mirati contro obiettivi militari e politici a Gaza.
L’escalation è iniziata la scorsa settimana quando i miliziani palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato poco più di 100 missili contro la parte meridionale di Israele. Il 14 Novembre Israele ha dato inizio all’Operazione Colonna di Difesa, inaugurata con l’uccisione mirata di Ahmed al-Jaabar, leader delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas.
Hamas ha considerato l’uccisione di al-Jaabar come una dichiarazione di guerra a cui ha risposto nel seguente modo: “Israele si è aperto le porte dell’inferno”. Da allora dalla Striscia di Gaza sono partiti più di 270 missili, prevalentemente contro il sud del paese.
Gli air-strike israeliani hanno causato la morte di sedici palestinesi, mentre il lancio dei razzi palestinesi ha causato la morte di tre israeliani.
I missili nell’area metropolitana di Tel Aviv e nella città di Rishon Letzion portano a pensare che la qualità dei razzi lanciati dai miliziani palestinesi sia notevolmente superiore a quella dei missili lanciati quattro anni prima durante l’Operazione Piombo Fuso.
Evidentemente, il collasso della Libia, il caos instaurato in Egitto dalla caduta di Hosni Mubarak e dall’elezione di Mohamed Morsi e il piccolo boom economico sperimentato dalla Striscia grazie alla sporadica apertura del confine di Rafah con l’Egitto e soprattutto grazie ai tanti tunnel sotterranei tra i due paesi, hanno permesso il rifornimento della Striscia di Gaza con armi migliori rispetto ai mortai e ai Qassam fabbricati artigianalmente dai miliziani palestinesi di Gaza.
In Medio Oriente, e in particolare nella mente degli israeliani e dei palestinesi, i nomi dei razzi - mortaio, Qassam, Katyusha, Grad, Fajr – non identificano armi diverse, ma una gittata precisa, una distanza definita da Gaza. Essi indicano le città israeliane potenzialmente sotto minaccia di missili.
Ogni tipologia di razzo ha diverse varianti. C’è chi arriva più lontano di un altro, ma i razzi che più preoccupano Israele sono proprio i Grad e i Fajr, entrambi capaci di percorrere distanze superiori ai 40 km e raggiungere aree urbane molto popolate come quella di Be’er Sheva e Tel Aviv.
I razzi che oggi hanno raggiunto il centro del paese sono probabilmente dei Fajr di produzione iraniana e giunti a Gaza attraverso vie tortuose percorse da navi fantasma, strade in mezzo al deserto del Sinai e tunnel sotterranei tra Striscia ed Egitto.
Se venisse confermato che i razzi che hanno raggiunto Tel Aviv e Rishon Letzion fossero dei Fajr, significherebbe non solo che l’Iran ha provveduto al rifornimento militare dei miliziani palestinesi con armi con 80 km di gittata e in grado di colpire il cuore di Israele.
L’attacco a Tel Aviv porterà a nuovi attacchi israeliani con l’obiettivo di neutralizzare l’arsenale bellico palestinese, ma l’effetto psicologico rimane. Se i razzi contro i piccoli villaggi al confine con la Striscia di Gaza non hanno mai davvero preoccupato la maggioranza degli israeliani, l’arrivo di due missili nell’area di Tel Aviv li porta direttamente in prima linea e li fa sentire per la prima volta con la guerra in casa.
Testo e foto di Alessandro Di Maio
15 Novembre 2012