23.07.2012 Alessandro Di Maio

Burgas, la vendetta iraniana per gli scienziati uccisi

Pubblicato da Libero – Edizione cartacea del 21 Luglio 2012

Gerusalemme - In un’atmosfera resa grave da dolore, lacrime e afa, Israele ha celebrato ieri mattina, poche ore prima dell’inizio dello Shabbat, i funerali delle cinque vittime civili israeliane uccise nell’attentato all’aeroporto di Burgas, in Bulgaria.

Se ai morti è stato dato un nome e una sepoltura, continuano a rimanere ignote le generalità del kamikaze che mercoledì scorso si è fatto saltare in aria a bordo di uno dei tre autobus utilizzati dalla comitiva di turisti israeliani appena atterrata nella nota città balneare bulgara.

Dal video registrato da una telecamera di sicurezza dell’aeroporto, e in seguito diffuso dalla televisione bulgara, si riconosce un uomo caucasico di circa trentasei anni, con capelli lunghi e abbigliamento da turista, vagabondare nella sala arrivi dell’aeroporto con uno zaino in spalla.

Dell’attentatore sono stati recuperati i resti del corpo, sui cui saranno eseguite le analisi del Dna, e una falsa patente di guida americana, intestata a Jacque Felipe Martin e riferita allo Stato del Michigan.

Subito dopo l’attacco, si era fatta strada l’idea che l’attentatore kamikaze fosse Mehdi Ghezali, 33 anni, cittadino svedese di origini algerine e finlandesi, imprigionato a Guantanamo dal 2002 al 2004 e successivamente trasferito e rilasciato in Svezia; ma l’ipotesi Ghezali è stata smentita sia da Stoccolma sia da Sofia.

La convinzione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è che dietro l’attentato ci sia la responsabilità dell’Iran e della sua longa manus libanese Hezbollah. La pensa così anche Boaz Ganor, direttore dell’Istituto israeliano di controterrorismo (ICT), secondo cui «il modus operandi dell’attentato di Burgas ha elementi in comune con le azioni terroristiche di Hezbollah e degli agenti iraniani, inclusi i membri della Guardia Rivoluzionaria».

A confermare la responsabilità di Teheran, ci sarebbero le dichiarazioni anonime rilasciate ieri al New York Times da alcuni agenti dei servizi americani. L’attentato sarebbe un «tit for tat», la risposta indiretta dell’Iran alle operazioni israeliane contro gli scienziati e gli impianti nucleari iraniani.

Secondo quanto riportato dal NYT, l’intelligence americana è sicura che l’attentato di Burgas sia stato compiuto da una cellula di Hezbollah in attesa di obiettivo. A confermare l’ipotesi, la mancata rivendicazione dell’attentato, l’incremento delle attività degli agenti iraniani e libanesi in Europa, Asia e Africa, e la coincidenza con il diciottesimo anniversario dalla strage all’AMIA, la Mutua Associazione Israelita in Argentina, in cui ottantacinque persone persero la vita e trecento rimasero ferite per un’autobomba piazzata da agenti iraniani.

Articolo di Alessandro Di Maio pubblicato sul Quotidiano Libero il 21 Luglio 2012.