Racconto breve da Gerusalemme Ovest
Dopo una mattinata passata tra banca, studio fotografico e dottore, voi m'insegnate che non c'è cosa più giusta che mangiare un falafel fatto come Dio comanda. Così vado dal mio falafelaro di fiducia, un ebreo turco d'origine spagnola che parla ancora ladino e che ha un negozio su Jaffa Road, a Gerusalemme Ovest. È molto anziano, ha i capelli bianchi, è gentilissimo, fa dei panini straordinari e, capendo lo spagnolo, mi risparmia lo sforzo di parlare ebraico. Scambiamo due battute, poi ordino un falafel (costo 15 shekel) e mi siedo. Nel frattempo arriva un soldato che ordina uno shawarma (costo 24 shekel). Per caso, anziché prendere il mio falafel, prendo lo shawarma del soldato. Dopo due morsi mi accorgo che quello non è il mio panino, e se ne accorgono anche il falafelaro e il soldato - il primo si fa una risata, il secondo... beh, diciamo che non la prende benissimo. Dopo aver finito di mangiare vado a pagare: passo una banconota da 50 shekel al vecchio, ma questo esce dalla cucina e, prendendomi a braccetto, mi porta all'ingresso del suo negozio, per strada. Alza la mano, indica il cielo con un dito e mi dice: "Tu volevi un falafel, ma Dio, che ti guarda e protegge, ha ritenuto giusto che tu mangiassi uno shawarma, quindi a me paghi solo il falafel (15 shekel). Il resto lo paghi a Dio". Mi sorride, mi saluta e mi stringe la mano dandomi il resto di 35 shekel.
Gerusalemme, 8 Settembre 2014
Testo: Alessandro Di Maio / @alexdimaio
Photo taken by Alessandro Di Maio at the Mt. Scopus Hebrew University Campus' cafeteria